Thursday, October 23, 2008

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Il pittor Bossi



Il pittor Bossi poteva contare trentadue anni, e quantunque fosse tanto trasandato nel vestito, che comunemente lo chiamavano il foldone, era caro alle dame; caro tanto, che i mariti ringhiavano sordamente alla sua comparsa come cani sospettosi. Ma egli era bello di una bellezza all'antica, in istile greco-romano. Portava i capelli alla brutus, fitti, lunghi, ricci, fulvo-cupi, cadenti a ciocche pittoresche sulla fronte fino a toccare la regione dei sopraccigli, che aveva folti e piegati in cosм elegante arco, come se Fidia ci avesse messo lo stecco. E come augusto era l'arco del sopracciglio, insigni erano la linea del naso e i contorni della bocca e del mento; dalla qual cosa ognuno puт farsi capace guardando uno studio fatto sul vero dal pittore Appiani. Ad una bellezza cosм eccezionale dava risalto, e fors'egli lo sapeva, la negligenza medesima che metteva nell'acconciatura; negligenza portata a tal segno, che molti sospettavano costasse molto pensiero precisamente a lui che ostentava di non pensarci; ma anche noi, ai nostri giorni, abbiamo conosciuto un elegante giovane, che poi uscм dalla folla, il quale faceva tali studj sulla negligenza del vestito, che tutti i giorni rinnovava sempre lo stesso sbaglio nell'abbottonarsi il bianco panciotto alla Robespierre.

Con tutto ciт le fisiche qualitа del pittor Bossi non avrebbero bastato a mettere il capogiro nel bel sesso, se non ci fosse stata in lui quella prodigiosa versatilitа di intelletto e di attitudini, che ne costituivano un'individualitа veramente distinta. Dopo Leonardo, sebbene in una sfera meno eccelsa, egli fu il primo fra gl'illustri italiani, che abbia rappresentato in sи solo i caratteri di cinque o sei uomini. Pittore, poeta, scrittore, oratore, musico. Come pittore ci diede il disegno del Parnaso; come scrittore i suoi studj d'alta critica intorno a Leonardo; come oratore i suoi discorsi accademici; come poeta, segnatamente nel vernacolo, fu emulo di Porta, e tale emulo che Porta medesimo ne ingelosм; della musica sapeva quanto potea bastare per innestare sul piano delle variazioni leggiadre a quelle poesie che, nel crocchio amico e per puro passatempo, improvvisava declamando.

A ciт si aggiunga una vena inesauribile di epigrammi arguti e di buon genere, una grande scorrevolezza di spirito, un fare penetrante e lusinghiero, un'amabilitа continua. Ma rare volte и inamabile chi fu il prediletto della natura e della fortuna. Ci vorrebbe un'indole da cannibale per essere arcigni e rozzi sotto alla pioggia dei dolci sguardi e dei cari sorrisi e delle lodi e dell'ammirazione universale. Diciam questo perchи non si creda che noi facciamo il panegirico al pittor Bossi, il quale aveva poi un gran difetto, quello di lasciarsi troppo facilmente vincere dalle continue tentazioni; anzi se ne gloriava e vantava, e ci annetteva tanta importanza, da tener nota delle sue piщ minute avventure e speranze amorose, in un diario ch'egli giorno per giorno scriveva, e che noi abbiam potuto vedere. Eccone un saggio: Questa sera, al teatro della Scala, nel corridoio dei palchi, ho baciato la marchesa P..., ed ella mi strinse fortemente la mano: All'erta adunque e avanti. - La moglie del comandante Baraguais d'Hillier и tanto bella e cara quanto и odioso il marito. Ieri sera mi ha pregato e ripregato di lasciarmi rivedere. Io dunque la rivedrт, ma non per niente. - La principessa D.... di Roma fu ieri la regina della festa. Che maestа, che orgoglio! Mi si dice che sia invincibile; ma altre fortezze capitolarono, ed io le ho da fare il ritratto. - Esco adesso dalle stanze della Grassini divina. Chi me lo avesse detto! Ed ora sono cognato di sua Maestа.

Non oziosamente ci siam diffusi nel parlare del pittor Bossi; anzi preghiamo il lettore a tener nota di quanto abbiam detto, per tutto quello che accadrа in avvenire. Ma egli continuava a parlare col suo amico e collega, il cav. Zanoja, canonico di S. Ambrogio, predicatore, professore d'architettura in Brera, e poeta satirico. La saetta dell'epigramma mordace e l'acredine della satira gli si vedevano in volto, segnatamente nel labbro inferiore piщ sporgente del superiore.

- Sua Altezza pare di buon umore, diceva Bossi.

- Tutte le cingallegre son liete.

- Egli non ha motivo d'esser triste.

- Colla sua testa e col suo cuore no.

- Voi alludete al divorzio cui fu costretta sua madre; ma giа era indispensabile.

- Lo so, ma non toccava a lui a far in Senato l'elogio dell'imperatore perchи ripudiava la madre.

- Ora, credete voi che il divorzio avrа per tutti un posto nella legislazione?

- Toccherа al ministro Prina a pensarci.

- Volete dare al dicastero delle finanze gli attributi del culto?

- Quando
occorreranno altri danari, e col sistema corrente non c'и oro che basti, il ministro Prina consiglierа la sanzione del divorzio; e valutando la consolazione di tanti mariti liberati una volta per la virtщ d'un paragrafo dai ceppi sacramentali, metterа sulla universale consolazione tali tasse da empire due erarj. Avete visto come egli ha fatto l'anno scorso colla caccia? Prima era un privilegio di pochi, che nessuno osava toccare; ma al ministro occorrendo danari, Il tempo dei privilegi и finito, proclamт; tutti gli uomini sono eguali, tutti devono dunque andare a caccia, e mise una tassa enorme sulle licenze. Quando una misura finanziaria puт comparire in maschera di salute pubblica e di umanitа, и certo che prospera. Cosм il divorzio entrerа nel regno italico sotto il braccio del ministro di finanza e il settimo sacramento riceverа scacco matto dall'erario esausto.- E chi sa che il primo ad imitare S. M. non debba essere Sua Altezza?

- Bisogna bene che il divorzio gli abbia dato alla fantasia, per dimenticare cosм indegnamente i riguardi dovuti alla propria madre. Se poi al fatto del divorzio aggiungete l'aumento di un milione all'anno con cui S. M. gli pagт la perfida mediazione, и facile a comprendere l'allegria che brilla sulla faccia del vicerи.

- Caro cavaliere professore, non deve esser questa la ragione, io ci vedo altro. Ma io posso penetrare in luoghi che son vietati a un canonico di S. Ambrogio. Or fatemi un piacere.

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