Thursday, October 23, 2008

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Chi ci fece

Chi ci fece a voce la descrizione della figura di donna Paolina S..., ci mostrт anche la copia a lapis rosso di un ritratto che il giovine Pinelli fece di lei dal vero in Roma stessa. Quello che dunque noi stiamo per delineare colla penna, non и altrimenti una creazione di fantasia; ma una riproduzione esatta del vero, sebbene sia una copia di un'altra copia.

Il lettore si ricorderа, che, essendo essa della statura di un uomo comune, paresse eccessivamente alta come donna, anche per la piccolezza della testa, la quale, a misurar la figura intera, sarebbe stata un'eccezione a quella regola che decretт dover essere la settima parte del corpo umano. Ma tutta la persona s'illeggiadriva dominata da quella testina elegante, aerea; sebbene le forme del corpo, al primo, sembrassero sottili e quasi gracili, osservata poi parte a parte apparivano consistenti e ampie piщ di quello che comunemente suol presentare una fanciulla di diciott'anni. Vestita da dragone coi calzoni di daino stretti alle coscie, e gli stivaloni pei quali riusciva ancor piщ attraente il contrasto del piccolo piede muliebre, vi assicuro, i miei cari amici, i quali ponete ancora qualche interesse in questo genere di studj, che c'era da perdere la testa. Seduta sugli scaglioni del Colosseo, teneva cosм a bardosso su d'una spalla il mantello verde; aveva l'elmo in testa piantato assai indietro colla criniera che le cadeva sullo spallino sinistro. Colla gamba destra sormontata dall'altra stava movendo macchinamente il piccol piede. Quello perт che piщ di tutto fermava gli sguardi altrui, era il volto dilicato e fino incorniciato dall'elmo; volto pallido con linee squisite, sebbene accentatissime, segnatamente alla linea del mento; con un giro di bocca di eleganza ineffabile e con un naso (il naso ha un gran posto nelle quistioni della simpatia), con un naso che, sebbene piccolo ed elegante, aveva perт una forma speciale, perchи le nari si disegnavano piщ alte del setto divisore, il quale mostravasi troppo piщ di quello che avrebbe voluto la regola perfetta.

Ma che mestizia meditabonda e accorata era su quel volto; ma quante e quante cose pareva volesse dir l'occhio eloquentissimo ogni qual volta lo girava a guardare il suo Baroggi!

O perchи tanta mestizia? e non eran forse marito e moglie?

Oh no... non lo erano; non si volle che lo fossero... Avevan dovuto fuggire, e viaggiavano incalzati da timori e da sinistri presagi. Da Bologna eran giunti a Roma in quel dм che il Baroggi aveva ottenuto dal suo colonnello alquanti giorni di permesso.

E qui и necessario che col racconto noi ritorniamo indietro... Oh come la commozione ci assale pensando a quanto era avvenuto, a quello che avverrа di loro! Davvero che la fortuna scellerata par che provi una compiacenza crudele nel perseguitare quelle esistenze squisitamente infelici, che la natura, la sola natura, non la legge umana inesorabile, ha mostrato per mille indizj d'avere voluto espressamente avvicinare e legare in nodo non dissolubile.





III



La condizione in cui, nell'ultimo libro, lasciammo il Baroggi e donna Paolina rispettivamente all'ava e alla madre, erasi presentata come una delle piщ felici risoluzioni di una crisi pericolosa. Pareva che l'intromissione del vecchio Lorenzo e di Giocondo Bruni avesse in realtа fatto un miracolo. L'orgoglio di donna Clelia, che in lei era andato crescendo colla vecchiaia al pari delle sue folte sopracciglia; la paura che Ada avea de' suoi rimbrotti, e peggio del lontano marito, aveano ceduto innanzi allo spettacolo presente della figliuola, che avrebbe potuto soccombere all'affetto e al dolore e, piщ ancora, al fatto del grave pericolo in cui ella s'era messa, fuggendo cosм imprudentemente dalla casa. Sotto all'azione di una gioja inaspettata, e nel primo istante che cessa la causa di un grande dolore, tutti gli uomini, anche i piщ ostinati, sono disposti a concedere quello che mai non vorrebbero in nessun altro momento della vita; un avaro puт fare un atto di caritа; un uomo aspro e intrattabile puт diventar pietoso; a un padre snaturato puт essere strappata una parola indulgente. Tuttavia, se questo и vero, и anche verissimo che quegli atti, imposti dalla violenza, diremo cosм, del fatto eccezionale, portano con sи il carattere della violenza stessa, che и quello di non poter durare. Cessate le cagioni che agli uomini fecero come cangiar natura, la natura ritorna tosto alla prova, e spesso con piщ fierezza di prima; quasi a vendicarsi di chi avea saputo sopraffarla e domarla.

La contessa Clelia, dopo aver concesso che il capitano Baroggi sposasse donna Paolina, tentт ogni cosa per trarre in lungo l'atto indiscutibile del matrimonio. Sperava che il tempo e la fortuna potessero improvvisare e mettere innanzi qualche ostacolo ugualmente indistruttibile. L'orgoglio del sangue, pur troppo, era in lei tenacissimo. Diremo di piщ: la rivoluzione di Francia e le nuove idee e le leggi nuove che decretarono l'abolizione della nobiltа, le avevano inasprito quell'orgoglio stesso; come avviene sempre di un sentimento antico e profondo che vien contraddetto e vietato dal comando della forza pubblica.

Donna di forte ingegno, convalidava l'opposizione al nuovo ordine di cose con tutto l'apparato del sofisma scientifico. Perт sosteneva le idee vecchie delle caste privilegiate col duplice elemento, e del sentimento naturale che non puт distruggere sи stesso, e dell'amore del sistema, che, nelle persone di scienza, si pone innanzi a tutto il resto, con ostinazione e persino con ira. Non si ricordava, la vecchia contessa, diventata crudele, che nei giovani anni non aveva consultato il blasone allorchи la voce di un tenore, figliuolo di un sarto, le sussurrт all'orecchio parole d'amore. Quando pensiamo alla tenerezza speciale che noi sentivamo per questa donna allorchи aveva venticinque anni; quando pensiamo che avremmo fatta moneta falsa per lei onde aiutarla in quell'amore di contrabbando, non ci par vero che dovesse venir il tempo d'odiarla; di odiarla, sм, perchи noi odiamo con tutta l'enfasi di un odio implacabile tutti coloro che vogliono distruggere, colla violenza di una falsa legge, l'unica legge legittima della natura, che suscita gli affetti, e li riscalda e s'affanna perchи trovino il loro adempimento.

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