Thursday, October 23, 2008

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.. E due lagrime

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E due lagrime lente le rigaron la guancie.

- Ma io, continuava, non so farmi capace, signor conte, che vi possa essere cosм grave delitto nell'aver messo una maschera ad una festa da ballo... In fin de' conti, che intenzione era la sua? Quella di far vedere che il pubblico aveva torto e che io era innocente... Ben и vero che offese gravissimamente una nobil donna, ma, per quanto sento a dire, pare che questa nobil donna... fosse davvero la... e allora... di chi и la colpa?...

Pietro Verri sorrideva e compiacevasi di sentir quel discorso vivo e animato, e reso piщ attraente dall'accento veneto, chи, se non lo abbiam mai detto, lo diciamo adesso, la Gaudenzi parlava il dialetto veneziano, quantunque, pel tramutarsi ch'ella faceva continuamente di luogo in luogo, lo avesse tant'o quanto alterato.

- Cara mia, sapete voi che cos'и la legge?

- Cosa so io? ma la legge dovrebb'essere tutto ciт che и giusto.

- Ed ella infatti si propone la giustizia... ma non sempre la raggiunge, nи lo puт; perchи la legge bisognerebbe che potesse trasformarsi all'infinito come tutti gli accidenti umani, e tener dietro a tutte le bizzarrie della fortuna.

-
E cosм qualche volta chi ha ragione paga i debiti di chi ha torto... И questo l'intercalare del signor Lorenzo. Ma mi vorrebb'ella dire di grazia, signor conte, per qual motivo il metter maschere ad una festa da ballo fu posto nel numero dei delitti?

- Per i cattivi usi che se ne fecero troppo spesso dagli uomini cattivi.

- Ma allora si dovrebbe punire il cattivo uso e non l'uso delle cose: sarebbe bella che fosse proibito a parlare, perchи parlando si possono dire delle calunnie!

- Oh che sapienza и l'ignoranza! pensava tra sи Pietro Verri, mentre sorrideva alla Gaudenzi. - Attendete dunque, soggiunse poi, a mettere il vostro bel cuore in pace; poichи se la legge fu fatta per un fine ragionevole, non и poi detto che non si debba tener conto della buona intenzione di chi l'ha trasgredita, trasportato da un nobile riguardo e da una nobile passione...

- E di chi l'ha trasgredita, continuт vivacissimamente la Gaudenzi, perchи in quel momento non c'era altro mezzo di far cessare una perfida calunnia.

- E per questo io mi confido di poter riuscire ad alleggerire al possibile la condizione del vostro signor Lorenzo.

- Come ad alleggerirla? domandт piena di dolorosa meraviglia la Gaudenzi... Ma non и a sperare che lo possan mandare assolto in su due piedi?...

- Tranquillatevi, cara mia, ma per bene che vadan le cose, converrа pure che voi siate disposta a un lieve sacrificio...

- Qual sacrificio?... dite, dica, io son parata a tutto.

- И un sacrificio che non dipende dalla vostra volontа, ma solo dalla vostra pazienza; perchй mi rincresce a dirvelo, cara mia, ma per un sei mesi almanco converrа che vi adattiate a restar priva della vista del signor Lorenzo...

- Oh... questo non sarа mai, signor conte; io mi scioglierт in lagrime ai piedi del signor governatore, e otterrт la grazia. E se il governatore starа inflessibile, metterт sossopra mezzo mondo.

- Tranquillatevi, e prima di far passi, lasciate che io faccia i miei; che se fosse necessaria la vostra cooperazione immediata, ho io la persona che, se и possibile far miracoli, ella li sa fare davvero...

Ma la Gaudenzi piщ non badava a quelle parole, e, alzatasi, misurava in lungo e in largo e concitata la camera, cogli occhi pieni di lagrime e col labbro inetto a proferir parola, perchи un tremito convulso stava per farla dare in uno scoppio dirotto di pianto... Il Verri le teneva dietro coll'occhio, pieno di commozione anch'esso e d'ammirazione, e assalito da un sospetto, come da un lampo che baleni improvviso.

Le anime squisite, anche senza lo scaltrimento di una lunga esperienza, tengono il filo d'Arianna per misurare, senza smarrirsi, il labirinto del cuore umano. Diciamo questo, perchи di fatto, quel ch'egli sospettт, era vero. - Un mese prima, chi avesse detto a quella cara e semplice ragazza: scommettiamo che voi siete innamorata del signor Bruni, ella non avrebbe data altra risposta che una delle sue consuete risate baccanti e sonore... Ma il giorno in cui Lorenzo venne arrestato, e i giorni in cui ella provт, per quel distacco, una costernazione che mai non aveva provato in vita sua, non si potrebbe dir bene in che modo, ma le si depose inavvertito nell'animo un lieve germe di amore, che fruttificт di dм in dм, a seconda della natura appunto dei germi. - Ben и vero che ella non sapeva ancor nulla, e a chi di nuovo le avesse chiesto, se era innamorata, di nuovo ella avrebbe risposto, se non con una risata, certamente con un sorriso accompagnato da un lieve agitar della testa; ma, in conclusione, l'amore lavorava e limava nell'animo suo con tutta la forza di un amore a cui non manca piщ nessuna delle sue attribuzioni.

- Sentite...

Interruppe il Verri con questa parola il passo concitato della Gaudenzi. Ella si fermт in faccia a lui, attirata da quel sentite, e come chi spera sempre qualche consolazione da tutti gli accidenti del discorso.

- Da quanti anni, egli continuт, il sig. Lorenzo Bruni veglia alla tutela della vostra giovinezza?

- Oh da moltissimi anni! Io era una ragazzina senza padre e senza madre, e ballavo a Venezia al teatro di San Moisи... Chi mi curava non era allora che questa buona e paziente mia zia... Ma si viveva a discrezione degli impresarj che guadagnavano, non tocca a me il dirlo, alle nostre spalle, eppur non ci facevano che soprusi e angherie, n'и vero, zia? Il signor Lorenzo Bruni volle difenderci una volta da un appaltatore usurajo e ottenne di farlo stare al dovere... onde ci fece tener tanti danari, quanti certamente non potevo dire d'aver meritati. Ma questo и poco, perch'egli si prese cura della mia educazione; e siccome ei veniva da Parigi, ed avea vedute tutte le piщ celebri ballerine e conosceva la danza piщ di chi ne fa professione, tanto fece e consigliт, che riuscм a tirarmi indietro dall'arte viziata.

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