Thursday, October 23, 2008

1510731

Io ho imparato

Io ho imparato quello che mi fu fatto insegnare, prima per obbedienza, poi per puntiglio e per costanza di volontа; ma ora la mia indole di donna mi fa cadere spossata sotto il peso della mia inutile dottrina; perchи qui dentro ci sono passioni, donna Paola, che, se fossero svampate nella prima adolescenza, mi avrebbero lasciata ancor libera di me; ma invece, trattenute indietro, inconsapevole io stessa, dall'ordine dei miei studj e della mia educazione, ebbero campo di farsi piщ forti nel lungo riposo; ed ora che trovarono un'uscita, scoppiarono con tanta violenza, che il mio cuore non puт fermarle, non puт sopportarle piщ; onde ormai tremo e temo di me stessa.

E fece una lunga pausa.

- Guardate invece, seguм poi, quell'ammirabil donna di Gaetana Agnese. Ella poteva e doveva affrontar la scienza. La natura le concentrт tutta la forza nella testa, e lasciт nel cuore una calma inalterabile, che la fece inaccessibile ad ogni affetto umano. И a queste sole condizioni che una donna puт uscire dalla sua natura, e puт e deve entrare nel campo altrui per raccogliervi compenso e conforto e pace. - L'Agnese non и giа una semplice eccezione tra le donne, bensм и un grand'uomo tra gli uomini, laddove io non sono che la piщ infelice del mio sesso. Perchи, vedete, questa istessa mia grande riputazione di dotta, di austera e di superba, chи tale io sono riputata pur troppo, e sм a torto, renderа ancor piщ vergognosa e piщ detestabile la mia caduta in faccia al mondo.

Donna Paola rimase come percossa a quest'ultima considerazione della contessa, e non rispose, tanto le sembrт amaramente vera; ma tosto, assumendo modi piщ risoluti e quasi crudi, come se volesse far forza alla propria pietа che l'ammolliva:

- Quando un partito, disse, и comandato dalla necessitа e dal dovere, non giova guardar oltre; tutte le conseguenze possibili non entrano nel conto. Se, fatto il dover vostro, all'uscio vi attendesse la morte, converrebbe morire; dico cosм per dire, cara la mia donna, soggiunse poi subito, pentita d'aver detto troppo; perchи, del resto, io sono convinta che l'applauso generale accompagnerа il vostro atto generoso.

La contessa Clelia stette alquanto silenziosa a quelle parole, poi stringendo nelle proprie la mano di donna Paola con affannosa gratitudine, si alzт, e disse:

- Quand'и cosм, il vostro consiglio sarа adempiuto. Oggi stesso mi recherт in Pretorio... e tutto sarа finito.

A queste parole donna Paola, abbracciando la contessa: - Permettete, le disse, che io vi faccia una preghiera.

- Una preghiera?

- Se mai, fuori di qui, foste per cangiar d'avviso, e la desolazione vi consigliasse qualche altro passo... per caritа, venite prima da me, ve ne supplico.

- Ci verrт, ma per dirvi come sia stato seguito il vostro consiglio.

Nи vi furono altre parole, e la contessa partм riabbracciata da donna Paola Pietra. e risalм in carrozza.





LIBRO SECONDO





La ballerina Gaudenzi e Lorenzo Bruni. - I pensatori celebri e oscuri e i nembi precursori della procella sociale. - Lo studio del pittore Londonio. - Artisti milanesi nel 1750. - Il pittore Clavelli e le maschere-ritratti. - Gli Zanni. - La maschera del Tasca. - Meneghino. - La villotta di Cesare Larghi. - La lanterna magica del pittor Londonio. - Il minuetto. - La prima domenica di quaresima. - Il Capitano di Giustizia. - Sistema di giurisprudenza. - Il processo criminale. - Venezia. - Il lacchи Andrea Suardi detto il Galantino.





I



Se il lettore desiderasse di tener dietro alla povera contessa Clelia, per conoscer tosto le sue risoluzioni e le conseguenze di esse, noi ci troviamo nella necessitа di non poterlo accompagnare, perchи siamo invitati da altre persone, per esempio dalla ballerina Gaudenzi, la quale in quella sera in cui il pubblico delirio toccт la sua massima espressione al di lei riguardo, si trovт in camerino l'usciere del Pretorio che le presentт una citazione a comparire; e subito dopo vide il signor Lorenzo Bruni, violino di spalla per l'opera, e primo violino direttore d'orchestra pel ballo; il signor Lorenzo Bruni venutogli innanzi agitato, convulso, iracondo e cogli occhi stralunati; il quale, se in quella sera non proruppe in parole violenti e non fece una scena dietro le scene, и perchи i veglianti regolamenti proibivano a quelli dell'orchestra di andare in camerino, ed egli comprendeva che, se i cavalieri ispettori chiudevano per lui, a loro dispetto, un occhio su quella contravvenzione, perchи cosм voleva la da tutti quanti idolatrata Gaudenzi, avrebbero cтlto perт assai volontieri la prima occasione in cui egli avesse commesso qualche stranezza, per far ritornare nel piщ crudo rigore i regolamenti del palco scenico. Perт erasi limitato a dir sottovoce alla Gaudenzi, ma con un fremito mal compreso:

- Che cosa dunque и successo, Margherita?

- Ma non siete contento? Non vedete, che pazzie fa il pubblico per me?

- Pazzie, eh?

- O forse vi dа noia che il pubblico divida le sue grazie in due esatte porzioni tra me e il tenore?

- Il tenore, eh?... il tenore... Ma sapete che cosa si dice in pubblico di voi?... Ma sapete perchи il pubblico v'applaudisce?

- Gran novitа da domandare e da sapere.... perchи il pubblico m'applaudisce? Oh curiosa!.... perchи siamo belle, perchи siamo divine, come dicono gli allocchi che vengono da me; perchи Tersicore potrebb'essere la nostra fantesca, come dice il poeta di teatro; perchи, in conclusione... Ma guardate che paio d'occhi mi fate ... Ma sapete che siete bello stasera, ma bello assai... Oh che matto!

- Matto? Or sentirete se son matto, or sentirete che cosa dice il pubblico di voi... Dice... dovreste per dio sentirvi a scottar la faccia pel rossore della vergogna... Dice che il tenore stanotte era disceso dalla finestra della vostra stanza, in quel punto che fu preso dal bargello...

- Ora ho capito, oh bella!... e una sonora e lunga e giocondissima risata, di quelle che in buona lingua si chiamano cachinni, fu il comento che la Gaudenzi fece a quella notizia inaspettata.

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