Thursday, October 23, 2008

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- E il med

- E il medesimo quasi diciam anche noi, che non abbiamo nи dolori, nи gambe in pericolo, nи fallimenti... Ma non per nulla abbiam detto che l'amore и una malattia, e che la mente cessa di essere sana quand'и investita dai suoi roventi pensieri. - D'altra parte quell'affanno veniva accresciuto alla contessa dal non avere a chi confidarlo. Un male, soltanto a raccontarlo altrui, scema della sua intensitа. Ma la contessa non aveva amiche, non ne ebbe mai: e ciт non tanto per la sua indole naturalmente altera, quanto perchи, cresciuta tra l'invidia astiosa delle sue pari, che non poteano sopportare la superioritа del suo ingegno e il prodigio della sua dottrina, si era venuta, a cosм dire, guastando il sangue in quella necessitа continua di render disprezzo per invidia. Ma qualcosa conveniva pur fare, pensava la contessa nella veglia angosciosa di quella notte; ma se Amorevoli era stato arrestato, qualunque fossero le sue relazioni colla Gaudenzi, era pur stato cфlto in un momento (e tal pensiero la beatificava) in cui stava intrattenendosi seco in affettuosi e caldi parlari; ma se Amorevoli si mostrт cosм generoso a tacere il suo nome, ella non doveva permettere, serbando un vile silenzio, che quell'uomo avesse a subire tutte le conseguenze d'una imputazione infame. Nella stretta di tali pensieri, e nel bisogno che piщ e piщ sentiva di confidarsi a qualcuno, si ricordт d'una donna; di una matrona milanese, colla quale erasi trovata due sole volte a parlare in tutta la sua vita maritale; d'una donna che a Milano era l'oggetto dell'amore, dell'ammirazione, della venerazione universale, e dal cui colloquio anch'ella aveva raccolto un grande conforto; cosм grande che aveva potuto comprendere per la prima volta com'и soave l'amicizia d'una donna, quando questa abbia tutte le virtщ che le son proprie, senza le sue debolezze. - Sapeva inoltre che colei, quasi per una professione della vita, era stata ed era pur sempre mediatrice pietosa, eccitatrice imperterrita di buone opere, benefattrice instancabile, in molte gravissime contingenze in cui altri erasi trovato. Risolse pertanto di recarsi da quella signora. - Questa si chiamava donna Paola Pietra; severa come la vetusta Cornelia, in continuo lutto vedovile, andava essa educando severamente due suoi figliuoli.

Le avventure di costei, fuori affatto di ogni ordine comune, la costanza, la virtщ, i sacrifizj, il coraggio che ebbe a mostrare in una condizione di vita specialissima... tutto ciт aveva diffuso la sua fama per tutta l'Italia ed anche per l'Europa; chи, giа claustrale professa nel convento di Santa Radegonda, ne era fuggita per adempiere il voto fatto in segreto a Dio, di far cancellare da piщ alta autoritа gli effetti d'una violenza che si era voluto farle, spingendola renitente ai voti monastici.

Intorno a questa donna Paola Pietra, sta manoscritta una relazione in una serie di motti volumi miscellanei raccolti da un padre Benvenuto di Sant'Ambrogio ad Nemus di Milano, ed esistenti nella biblioteca di Brera.

Il monaco suddetto comincia dal premettere al suo, come egli stesso lo chiama - «Succinto rapporto degli avvenimenti della signora donna Paola Pietra, uscita dal monastero di Santa Radegonda di Milano nell'anno 1730» - scritto di sua propria mano, pare, nel 1766; comincia, diciamo, dal premettere «un'efficace invettiva contro il non mai abbastanza detestato (sono sue parole), e dall'Italia principalmente non mai cacciato abuso di sagrificare, o cogli artifizj o colle violenze, le povere fanciulle allo stato religioso, a cui nи da Dio nи dalla loro inclinazione, sono chiamate». Assicurando indi il lettore «che nella relazione (son pure sue parole) non si dirа cosa veruna di cui non se ne abbiano autentiche prove,» viene a raccontar il fatto, dichiarando perт di dover passar sotto silenzio, per un certo riguardo, gli avvenimenti che precedettero la professione religiosa fatta da donna Paola nel 1718.

Tali
riguardi sembra che fossero comandati al monaco di S. Ambrogio dall'esistere in Milano, nel momento in cui egli scriveva, e dall'avervi grande autoritа coloro, per colpa de' quali la fanciulla Paola ebbe a sopportare tanta violenza. - Ma quegli avvenimenti in prima da noi sospettati, poi inseguiti e sorpresi, a dir cosм, in alcuni cenni sfuggiti quasi per inavvertenza ad altri paurosi autori di memorie intorno a quel tempo, noi li verremo esponendo, giacchи non siamo condannati dai riguardi che facevano ostacolo ai contemporanei di donna Paola. - Narrando la storia della quale, se dobbiamo uscire per poco di via, dall'altra parte avremo facile il mezzo di rilevare certi atteggiamenti particolari del pubblico costume, in un periodo anteriore al tempo che ci siam proposti d'illustrare, ma di cui и necessario conoscere quanto basta per valutare con piщ sicuro criterio il tempo successivo. Vedrа inoltre il lettore, nel rovescio della medaglia che offre la monaca di Santa Radegonda di Milano a suor Virginia di Santa Margherita di Monza, che mai possa la forte volontа assistita dalla pura coscienza, e come il solenne spettacolo d'una sincera virtщ sia talora potente a placare anche il decreto di consuetudini di ferro.





IX



Quando
si pensa che Carlo VI, subentrato ai Re spagnuoli nel dominio di Lombardia, era innamorato della Spagna e del suo sistema, и facile a comprendere come doveva camminare la cosa pubblica in Lombardia, durante il regno di lui, sebbene ei fosse d'indole mitissimo. L'arbitrio dell'autoritа costituita tenne allora le veci della giustizia; il diritto storico fu cosм onnipotente, che il diritto razionale e naturale parve davvero un'utopia di filosofi sentimentali e innamorati, per adoperar la frase di un moderno statista dalla pelle di cuojo; come pare anche oggidм a qualche sincretico legista, che dalla memoria sterminata e prevalente su tutte le altre facoltа dello spirito, ebbe guasto l'intelletto e contaminato il cuore. Quel periodo adunque di Carlo VI contrassegnт la massima prevalenza del ceto patrizio. Chi non era nobile era una bestia, non tollerabile se non in quanto serviva come un cavallo o come un bue; e se appena appena si rivoltava per l'istinto inalienabile della difesa, o sbizzarriva per insipiente indocilitа, tosto veniva tolto dal corpo sociale come pericoloso e infesto.

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