Thursday, October 23, 2008

1110207

Il conte S

Il conte S... si avvicinт, s'inchinт a lui, gli prese la mano... Il Baroggi se la lasciт stringere, ma non disse nulla.

Il conte interrogт poscia il chirurgo sulla condizione della ferita.

- La ferita и grave... forse sarа indispensabile la disarticolazione, che и una delle piщ difficili operazioni.

Il conte tacque e si fe' cupo.

Donna Paolina fu messa in carrozza; in una lettiga fatta venire dalla cittа fu posto a giacere il Baroggi.

Cosм finм quella triste giornata.

Ed ora dovrа passare assai tempo prima di trovarci ancora con questi personaggi.



LIBRO DECIMOQUARTO





Una festa a palazzo di Corte a Milano nell'anno 1810. - Il vicerи Beauharnais. - La principessa Amalia. - Ministri, soldati. - Letterati. - Poeti. - Il pittor Bossi. - Il conte e la contessa Aquila. - L'avvocato Falchi e l'infernal Dea.





Nel punto di affidare a un libro stampato tutte le notizie arcane che si riferiscono all'estremo periodo del regno italico che tramontт cupamente coll'eccidio del ministro Prina, ci tenne sospesi il timore che la rivelazione di alcuni fatti straordinarj potesse suscitare qualche scandalo e turbare la quiete di alcuni uomini ancor vivi che non ebbero una parte troppo netta in quella orrenda tragedia. Un altro motivo per cui fummo in forse, stava nella qualitа di alcuni documenti che abbiamo tra mano; documenti scritti, ma di natura al tutto privata e, per dir cosм, non ufficiali; documenti, per conseguenza, non bastevoli a convertire le congetture storiche in legale certezza. Se non che abbiamo pensato che anche le semplici congetture, anche le sole opinioni e le credenze degli uomini che furono testimonj di grandi fatti, sono materia legittima alla storia, perchи rappresentano tutto intero il pensiero, il giudizio dei contemporanei; e perchи d'altra parte si danno certe veritа che non si consegnano ai pubblici ed officiali documenti, e delle quali tuttavia la posteritа non dev'essere defraudata. Se la storia non puт giurare sulla veritа di alcuni fatti e sulle loro cagioni, ha perт l'obbligo di pubblicare e mettere in ordine tutti gli indizj, i quali, se sono moltiplicati, possono talvolta, nella sfera morale almeno, quasi far vece di prova. И il caso di un tribunale che non puт condannare un colpevole perchи gli manca la suprema prova irrefragabile; ma tuttavia dal cumulo e dalla qualitа degli indizj gli и imposta la convinzione che l'accusato и reo del delitto imputatogli.

Persuasi di questo, ci siam determinati a pubblicare questa parte del nostro libro, sopprimendo i nomi, e talvolta anche le iniziali che possono condurre a indovinarli. Se i lettori, tenendo dietro a quanto pubblicheremo, daranno il vero nome ai personaggi che noi nasconderemo sotto artistici pseudonimi, ciт vorrа dire che anche a loro di padre in figlio son pervenute quelle veritа che nessuno ebbe sin qui il coraggio di manifestare, se altri poi non comprendesse nulla, e fosse per rimanere spaventato da certi caratteri troppo infernali e da alcune perfidie che, anche essendo vere, sembrano inverosimili, si dia pace e si consoli col credere e col dire che tutta la nostra storia non и che un romanzo.





I



Siamo nel carnevale dell'anno 1810. Anche la storia, in carnevale, assume qualche cosa di giocondo e di rumoroso, per cui, smesso l'eccessivo suo rigore e le sue cautele che non si tranquillizzano se non sugli atti notarili e sui documenti degli archivj aspersi di molta goccia, si fa piщ sincera, piщ alla mano, piщ ciarliera. И un momento prezioso questo di starle ben presso, d'interrogarla e di farla cantare.

Son corsi dodici anni dagli ultimi avvenimenti a cui abbiamo assistito. Grandi cose sono avvenute in questo intervallo. Prima la repubblica cisalpina si trasmutт attraverso al diaframma degli Austro-Russi e della battaglia di Marengo, in repubblica italiana; poi il 18 brumajo portт di punto in bianco Bonaparte ad essere il padrone del mondo; ed и strano come la fortuna, quasi a vendicarsi della prepotenza onde il genio di lui la ebbe costretta ad impegnarsi al suo servizio, si dilettт di farlo parer minore di sи stesso in quel giorno appunto, quasi volesse mostrare che senza l'ajuto di lei sarebbe forse caduto per sempre; e infatti, allor fu chiaro come il sole che quando essa si fa l'alleata del destino, il male partorisce il bene; gli errori sembrano ardimenti di intelletto; l'ignoranza e l'imprevidenza risolvono problemi non possibili alla ragione calcolatrice. Quell'oca di Berthier scongiurт Bonaparte a tacere, per non provocare l'ilaritа ed il disprezzo dei Cinquecento. Quel gallo borioso di Murat, non comprendendo nulla e perт facendo entrare i granatieri a bajonetta in canna a far saltar giщ dalle finestre i membri rappresentanti la maestа della repubblica, tagliт il nodo inestricabile, e liberт il volo all'aquila di Bonaparte.

Al 18 brumajo avea tenuto dietro il consolato, e l'imperatore di fatto erasi giа rivelato nella unitа di Bonaparte collocato fra gli zeri di Cambacerиs e Lebrun; e in seguito venne l'impero e il regno, e l'annuncio di una monarchia universale, e il Giove Ottimo Massimo, cogli stivali alla dragona, e la non olimpica ventraja, ed il capolavoro della battaglia d'Austerlitz, che, al par di tutti i capolavori dell'arte, infranse le regole della grammatica campale, fin quella che ingiunse agli eserciti di non prendere le mosse che in primavera. Al capolavoro d'Austerlitz e alle altre battaglie prodigiose avea seguito quella pace di Tilsit, che segnт il punto piщ eccelso dell'ascensione di Napoleone; e lа, se egli si fosse fermato, ben altri avvenimenti la storia avrebbe avuto da raccontare ai posteri, ed il cammino dell'umanitа avrebbe forse dovuto piegare per sentieri non sospettati da noi. Ma l'eccessiva altezza mise il massimo degli uomini troppo presso alla fonte della luce, ed ei ne rimase cosм abbagliato da non vedere piщ le proporzioni degli uomini e delle cose.

Siamo in Milano, la capitale del regno italico, la regina di settantanove cittа, la sede del governo, la gran fiera dei pubblici impieghi, il convegno di tutti gli ambiziosi d'Insubria, il palco scenico di tutti quelli che devono o vogliono rappresentare qualche parte nella grande epopea drammatica di quel tempo; la Babylo Minima, in una parola, di Ugo Foscolo, la quale faceva da succursale alla Babylo Maxima di Parigi.

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