D'una in altra | |
D'una in altra cosa, Amorevoli cominciт a provare qualche frase sottovoce, accompagnandosi alla spinetta; ma quando dalle arie passт al recitativo di Vinci, la musica declamata eccitandolo ad entusiasmo, gli fece mandar fuori tutta la sua voce piena, come se fosse alla ribalta d'un grande teatro. Era la terza volta che Amorevoli riprovava una nota tenuta, un sibemolle prodigioso, alla risoluzione del sublime recitativo di Vinci, quando sentм batter crudamente alla porta della camera. Interrompere chicchessia, foss'anco l'uomo il piщ placido, nel fitto d'un'occupazione a cui mette tutto l'interesse e tutta l'anima, и il vero segreto di farlo prorompere in atti d'ira, di quell'ira che и deposta in petto a tutti i mortali anche i piщ linfatici, non essendovi differenza che nella dose. Amorevoli aveva avuto dalla natura una dose d'ira, come suol dirsi, normale, ma gli era stata accresciuta dalle suscettivitа teatrali e dalle diverse liti cogli impresarj, e dalle controversie coi vestiaristi, sempre incapaci ad accontentare un cantante; per di piщ essendo romano, da Transtevere, dov'era nato, aveva portato seco ne' suoi viaggi tutti que' modi risoluti e troppo espressivi onde quella frazione di popolo sa imprecare piщ di tutti i popoli del mondo. Quando adunque si sentм rotto in due il suo preziosissimo sibemolle da quell'importuna picchiata, mandт fuori una di quelle tali frasi, e in quel tono acuto e vibrato che gli era rimasto in gola... e nel tempo stesso andт ad aprire. Era un servo in livrea, con baffi, distintivo rarissimo in quel tempo, e che per lo piщ soleano portar coloro che, dopo aver servito a lungo nella milizia, si riducevano a mestieri ed a servigj comuni della vita, press'a poco come al tempo nostro, in cui quanti hanno portato sciabola o fucile al reggimento, o hanno inforcato un arcione, serbano nell'aspetto qualche marchio indelebile, pel quale si puт quasi indovinare se furon soldati di cavalleria o di fanteria. Quel servo pertanto, con un accentaccio lombardo e con parole nelle quali, per indefinibili combinazioni, si sentiva un'incondita fusione di Milano, di Spagna e di Veneto: - Il mio padrone, disse, и stracco, e vorrebbe dormire, e gli danno gran noia i vostri gridi. Perт uomo avvisato, mezzo salvato. A quell'intemerata cosм improvvisa e cosм villana, Amorevoli s'accontentт in prima di guardare quel servitore con tutto il veleno che gli potea schizzare dagli occhi, poi soggiunse: - E chi и codesto capo di popone che ti dа simili incarichi? Esci tosto, o non avrai tempo di contare i gradini di questa scala, tanto di fretta io te li farт fare. - E senza piщ, richiuse i battenti dell'uscio sulla faccia del servitore, e rimessosi alla spinetta, tornт al suo recitativo, azzardando un do sopracuto di petto, che parea voler trapassare il soffitto della camera... Ma chi era quel servo, e a nome di chi veniva? Giа noi non intendiamo di fare una sorpresa; son cose presto indovinate. Lo Scudo di Francia era allora tra' piщ sontuosi alberghi di Venezia. Il conte V... ch'era entrato la sera in cittа, in quella barca precisamente della quale la contessa Clelia, non presaga di nulla, aveva veduto alla lontana luccicare il fanale, era disceso a prendere alloggio a quell'albergo appunto, e in compagnia del suo piщ fido servo, il quale era giа stato suo caporale al reggimento. Preso uno degli appartamenti piщ ricchi dell'albergo, abitava il piano superiore a quello ove Amorevoli s'era acconciato. La combinazione puт parere strana per coloro a cui tutto riesce improbabile. Ma il tenore non era poi obbligato a prendere alloggio in una bettola, e il conte, per quanto fosse conte e colonnello, non aveva diritto nessuno di alloggiare nelle camere del Doge. Onde se si trovarono ambedue in quell'albergo, la cosa и tanto verosimile, che quasi sarebbe inverosimile la sua contraria. Ma di ciт non и questione. Il conte V... era dunque venuto a Venezia con intenzioni terribili... in questo almeno era logico: o non muoversi affatto da Milano e bever l'onda di Lete, ciт che invero sarebbe stato atto prudentissimo, chи il suo decoro, non ne andava di mezzo per nulla; o, giacchи erasi mosso, doveva averlo fatto per qualche cosa. Lungo il viaggio aveva meditati, come sappiamo, o almeno come si puт congetturare, cento progetti, che tutti gli pareano eseguibili e tosto: ma appena furon tolte le distanze, che a lui erano sembrate il solo ostacolo all'ira sua ed alla sua vendetta, se gli rimase l'ira, si trovт impacciato sul modo di scaricarla agli altrui danni. Bastonare, frustare, sfregiare in qualche modo l'effeminato e petulante e plebeo cantore, com'esso lo chiamava, era il voto supremo della sua mente in ebollizione, ma bisognava pure che si presentasse un'occasione. Bene si ricordava dello sfregio fatto a Voltaire da quel tal duca irritato dalle sue punture; ma cogliere un uomo all'impensata e farlo bastonare da mani prezzolate gli pareva un'azione vilissima, e indegna di cavaliere e di soldato. Dovevasi pertanto cogliere un'occasione plausibile; ma per coglierla era necessario che l'occasione venisse e spontanea e tale, che il mondo potesse dire: - И giusto che colui sia stato bastonato. - E in quanto alla contessa?... Ahimи, che pensando a lei il colonnello si smarriva in un abisso di dubbj. Ei non era nи determinato, nи focoso, nи innamorato, nи geloso come Otello. Non era assassino come Pietro de' Medici; non efferato come il duca di Guisa; non era cupo e taciturno come Nello della Pietra; non longanime come il Lopez dalla vendetta segreta; bensм in quel suo testone di ceppo e in quel suo cuoraccio da galantuomo era una miscela di tutti questi ingredienti. Ma val piщ una goccia di acido prussico a produrre i subiti effetti, che dodici elementi che si faccian guerra a vicenda; onde egli si affannava senza costrutto e senza mai sapersi determinare a cosa nessuna; al pari del tenore Amorevoli aveva anch'esso, in quella sera, pagato lautamente, se non un gondoliere, un servitore di piazza, per sapere tutto quello che gli occorreva di sapere; nи per questo i denari erano stati mal spesi; col verboso cicerone era stato in gondola a visitare i luoghi, il rio san Polo, il palazzo Salomon, la scalea, la finestra, la porta del lato della calle, tutto. |
Thursday, October 23, 2008
1528998
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment