Thursday, October 23, 2008

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Parimenti vi sono

Parimenti vi sono de' mariuoli che piщ te ne fanno, piщ ti innamorano di loro. E il lacchи era uno di questi... Ci rubava i punti, faceva scomparir le carte, ci mangiava il boccon migliore, talvolta ci portava via qualche camicia, qualche calza... che so io.... e tuttavia, quando non lo si vedeva a comparir all'osteria, si pareva senza una mano... Era pieno di piacevolezze, di pazzie, di invenzioni... e perfino il padrone dell'albergo che и un uomo col viso sempre aggrondato e che non ride mai, arrivava a domandar conto di quel briccone se passava una giornata senza vederlo. In quanto a me perт, ultimamente, ne avrei fatto anche senza.

- Or dunque, venendo al fatto, quando fu l'ultima volta che voi avete giuocato seco all'albergo dei Tre Re?

- L'ultima volta fu la domenica grassa.

- Come potete provarlo?

- Provarlo? colla buona memoria... io non ho altro... perchи mi ricordo benissimo come se fosse adesso, che la domenica grassa ho giuocato con lui, ed era quasi la mattina del lunedм... E il far tanto tardi non succede che in tali giornate di gran faccende... E poi c'и un altro fatto... Giuocavano con noi due camerieri soprannumerarj, i quali non sono venuti che in settimana grassa, e precisamente alla domenica. Ma chi li va a prendere adesso questi camerieri i quali ora sono qua, ora sono lа... e spesso se fanno il cameriere in settimana grassa, fanno il facchino a san Michele... e non si riconoscon piщ nи al viso nй al vestito?...

- Ma voi sapreste sostenere tutto quello che avete detto fin qui anche in confronto del lacchи?

- Perchи no?... s'io parlo... и perchи trattasi di dir la veritа... e se dico la veritа... и perchи il signor causidico, che venne a pigliarmi a Cremona, mi ha assicurato che a dir la veritа tutta quanta si reca vantaggio a delle persone oneste e povere..., e a tacerla, si tiene invece il piatto a' birbanti.

L'attuaro, che avendo proposto il giuramento al primo cameriere, lo aveva sentito a ritirar la parola per ispavento della solennitа dell'atto; credette di non farne motto al secondo testimonio, e di provocar prima il confronto di lui col Galantino. Di fatto avrebbe dovuto incominciare anche coll'altro da questo atto, preterendo il giuramento; ma sbaglia anche il prete a dir la messa.

Il cameriere Barisone fu dunque fatto uscire, pel momento, dalla sala degli interrogatorj, e fu mandato a prendere il costituito Suardi. - Questi comparve nella sala un quarto d'ora dopo, in mezzo a due secondini, o come chiamavansi allora piщ comunemente, sbirri.

La faccia del Galantino, quando si mostrт, era sorridente; lo sguardo di lui lampeggiava a dritta e a sinistra con vivacitа gioviale. Un occhio esperto perт avrebbe dovuto comprendere ch'ei sorrideva vivacemente, perchи la sua forte volontа moveva i muscoli del viso e degli occhi. Era, se ci si passa la similitudine, come un caratterista brillante di una compagnia comica, il quale ha i creditori alle calcagna e gli arresti personali intimati per debiti, e tuttavia, sul palco scenico, ride e fa ridere, e par l'uomo piщ allegro del mondo. Del rimanente, quel roseo incarnato che avea sempre colorito il volto bellissimo del Galantino, era scomparso per dar luogo a un lieve pallore, insolito su quella faccia trionfante di sfrontatezza e di salute.

L'attuaro, fatta una lunga pausa, durante la quale guardт il Galantino con una significazione severissima, rilesse ad alta voce il primo costituto stato giа sottoscritto dal Suardi, poi soggiunse:

- Avete ancora il coraggio di sostenere tutto quello che avete detto e deposto qui in processo verbale sottoscritto?

- La veritа и una sola, e io non posso giа dire che non и avvenuto quello che realmente и avvenuto.

- Voi sapete che chi spontaneamente confessa la propria colpa alla giustizia, ha meritato che la giustizia alla sua volta gli si mostri indulgente. Vi esorto adunque di nuovo a dire la veritа, se volete che la giustizia non faccia uso contro di voi di tutto il suo rigore.

- La giustizia puт fare quello che vuole; ma io non posso cambiare quello che и stato.

- Ebbene, sappiate che abbiamo assunte testimonianze, dalle quali risulta che voi avete mentito. La domenica grassa, a notte tarda, avete giuocato alle carte all'albergo dei Tre Re... Vedete dunque che non и verosimile che voi foste allora a Venezia giа da otto giorni.

Il Galantino, benchи fosse di bronzo, non potи a meno di commuoversi a quelle parole, e fu una sua fortuna s'egli era illuminato dalla fiamma della lucerna piuttosto che dai raggi del sole; si ricompose perт sull'istante, come un cavaliero, fatto piegare indietro da una lancia, che tosto si rimette in sella; e rispose con asprezza:

- Non sarа mai vero che alcuno possa dire, ch'io mi trovassi a Milano la domenica grassa. Torno a ripetere ch'io andai a Venezia otto giorni prima. E quegli che a loro signori avesse detto il contrario и un bugiardo infame.

L'attuaro tacque un momento, poi disse ad un usciere:

-
Fate entrare il testimonio.

L'usciere entrт col Cipriano Barisone cameriere.

Il Galantino, che nel frattempo aveva almanaccato per indovinare chi mai poteva essere venuto a deporre in giudizio contro di lui, e quasi erasi accostato al vero, si trovт parato a sostenere la prima vista del cameriere Cipriano, e tanto che, dalle difese, con una sfrontatezza senza uguale, passт alle offese.

- Ah и costui, disse, quegli che viene a inventar fandonie per farmi danno. Ma non mi fa meraviglia. No... И naturale... perт bisognava essere un birbone come lui. Sappiano dunque loro signori che costui ha parlato per vendetta... perchи piщ volte ha detto che volea vendicarsi di me... Or di' un po' tu se questo non и vero, o ribaldo.

L'attuaro, assalito anch'esso e sorpreso da quell'inattesa franchezza del costituto:

- И vero, chiese al Barisone, che voi avete potuto dire altre volte di voler vendicarvi di lui?

- Sм, signori, и vero, e ne ho le ragioni, e gravi.

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