Il mio destino | |
Il mio destino и questo e deve esser questo. Il Baroggi, commosso a tali parole, ed abbracciando onestamente la fanciulla: - Non morirт, disse, non и possibile; tu sei il mio angelo tutelare, ed io tengo sicuri i miei colpi. Ma ora dimmi: v'и qualche persona, qualche donna pietosa, qualche uomo d'autoritа e di senno, che entri qualche volta nei consigli della tua famiglia; che sia richiesto ed ascoltato, e in cui la madre tua riponga intera la sua confidenza? La fanciulla sentм un colpo inaspettato a quel nome di madre, della quale, pur troppo, da qualche ora viveva smemorata. Ma quanto fu lunga la dimenticanza, altrettanto fu cruda la fitta del risovvenirsene, e: - Povera madre mia! esclamт. E stette muta, e in quell'atto di chi cerca e non trova un rimedio a una gran sciagura. E di lм a poco: - Che cosa dicevi tu? soggiunse. Io conosco molte persone amicissime di casa; ma perchи domandi questo? - Perchй qualcuna di esse potrebbe metter riparo a tutto. - E in che modo? - Il modo lo so io. Allora donna Paolina nominт molte persone; nominт, fra l'altre, donna Gaetana Agnese; la contessa del Grillo; la duchessa del Sesto; l'avvocato Strigelli, ecc., ecc.; in ultimo nominт anche il nostro amico Giocondo Bruni. A questo anzi si fermт, notando che esso abitava nella medesima contrada della Spiga, a due porte dalla propria casa, e soggiungendo altri particolari. Naturalmente il capitano Baroggi mise gli occhi sull'ultimo nominato, e disse: - Senti, cara, hai tu coraggio? - Tu l'hai veduto. - Ti basterebbe l'animo di fermarti qui fin ch'io ritorno? Donna Paolina lo guardт dubitosa... - Non ci vuole che il tempo di far la strada... Ora sono le quattro... Io volo da questo amico di casa tua... Giacchи dici che и uomo da gettarsegli in braccio interamente... gli dico tutto... ed egli s'incaricherа del resto. Speriamo; forse il partito disperato che hai preso fu un'ispirazione del Cielo. Ciт detto, invitт la fanciulla a salire nella propria camera. Donna Paolina gli fece osservare che non avrebbe patito, mentre aspettava, di star chiusa in una camera; bensм avrebbe aspettato passeggiando nel cortile. Allora il capitano chiamт l'ordinanza, che venne tosto. - Senti, camerata, gli disse, io esco un momento e torno subito. Intanto non scostarti da questo mio amico. Se qualche ufficiale entrasse, domandasse, che so io... tu mi capisci.... di' che il capitano Baroggi risponde per lui, e basterа. E il capitano salм in fretta, ridiscese con elmo e squadrone, strinse con mano forte la mano alla fanciulla; diede di nuovo un'occhiata d'intelligenza all'ordinanza, e partм di volo. Donna Paolina non si mosse, e tenne l'orecchio in ascolto finchи sentм a morire in lontananza il suono dello squadrone e degli speroni. XII A questo punto, per non perder tempo, ci conviene riprodurre la relazione che lo stesso signor Giocondo Bruni ci fece dei fatti di quella notte. «Io dormivo profondamente (son sue parole) uno di quei sonni del mese di aprile che rifanno il sangue anche a noi vecchi; quando fui scosso violentemente da replicati colpi di martello dati alla porta. - M'alzo e vado a vedere che cosa significasse tanta furia; e nell'affacciarmi alla finestra vedo un dragone alla porta, e sento impegnato un dialogo tra lui e il portinaio, e nel dialogo ripetuto spesse volte il mio nome. - Io grido dall'alto: «Chi и lм? chi mi chiama? chi ha bisogno di me?» Il dragone, che non mi conosceva, comincia a far mille scuse; poi mi prega di volergli accordare un abboccamento, e mi prega con tali modi, ch'io senz'altro gridai al portinaio: «Apri tosto, e fallo salire.» Mi butto sulle spalle la veste da camera e vado ad aprire. - Al lume della candela chи, essendo le quattro e mezzo di notte, faceva ancora assai bujo, vedo un bel soldato, il quale tutto alterato mi dice: «- Ho bisogno di parlarvi di gran premura e in tutta segretezza. «Io lo faccio venire nella mia camera da letto, e gli domando in che cosa posso servirlo. Egli, senza sedere, mi racconta la storia di donna Paolina S... e di lui. «Rimasi di sasso. - Voi, caro capitano, gli dissi poi, chiedete il mio appoggio, e il mio consiglio? - Ma io non ne ho che uno da darvene. - Andiamo a pigliar la ragazza, e riconduciamola subito a casa. «- Ciт non и possibile, mi risponde. La fanciulla и di quelle indoli estreme, che, a contrariarla, potrebbe balzarmi giщ da una finestra. «- Ma sapete voi a che pericolo?... «- So tutto. Ma io non ci ho colpa. Giuro al Cielo che, per quanto io ami quella fanciulla, non l'avrei mai consigliata a venire da me in tal modo. Ma ora non c'и piщ rimedio. Il ponte и rotto dietro le spalle. «- E dunque? «- Dunque tocca a voi a proporre... Voi che siete amico della famiglia... La mia condizione di soldato, la mia povertа... io non possiedo altro al mondo che la paga; la mia bassa origine.... mio padre non era che un finanziere; tutto ciт mi fa temere di commettere quasi un atto di pazzia a chiedere di poter issofatto unirmi in matrimonio colla fanciulla. «Io alzai le spalle. «- Credete voi dunque, mi chiese egli allora, che quel ch'io domando sia assolutamente, impreteribilmente, impossibile? «- Bisognerebbe cambiar la societа e le teste degli uomini, io risposi secco. «Egli stette muto qualche tempo, in atto di profonda costernazione. A dir il vero mi faceva pietа, perchи mi accorsi di trovarmi in presenza di un giovane onesto e sincerissimo. Allora, come a temperare la mia asprezza. gli chiesi il nome suo. Si puт imaginare la mia meraviglia quando udii ch'era il figlio del povero Baroggi. Quel nome, per la catena di tutti gli antecedenti, mi piegт a nuovi consigli. - Io intanto stavo pensando, e si taceva l'uno e l'altro. Suonavano le cinque ore. Egli si dа un colpo di mano sull'elmo e dice: Non c'и tempo a perdere, non manca che un'ora; sono aspettato per un duello. |
Thursday, October 23, 2008
1838379
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