Thursday, October 23, 2008

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Dai taschini gemelli

Dai taschini gemelli de' calzoni uscivano, di sotto al panciotto di casimiro bianco, due catenelle con suggelli di corniola e d'ametista, ad indicare il costume non ancora cessato dei due orologi in vicendevole controlleria.

Il musico Velluti aveva finito di cantare il suo arione, quando entrт in palco un servitore di teatro per dire al Suardi che un signore desiderava di parlargli, e domandava il permesso di entrare.

- Ma entri pure, disse Galantino.

Poco dopo entrт infatti il signor attuaro Tagliabue, che il Galantino si fece seder vicino, col solito:

- In che posso servirla?

- Ella avrа ricevuto dal tribunale civile di Milano l'invito a comparire innanzi al signor giudice cavaliere F...

- Per l'appunto, signore; sono arrivato oggi stesso e domani mi lascerт vedere.

- Il signor giudice, che и in teatro e ha saputo che V. S. era qui, a guadagnar tempo e a levarle il disturbo, mi ha mandato a dirle, ch'egli era disposto a parlarle questa sera stessa, e che perciт l'attendeva nella sala del Ridotto.

- Per me tutti i momenti son buoni.

- Allora io l'accompagnerт.

- Mi rincresce che l'opera non sia finita...

- Ella faccia come crede...

- No, no - andiamo pure - a Milano mi fermerт alcuni giorni, e avrт tempo di sentire il resto un'altra volta.

Con queste parole il Galantino si alzт; disse a donna Paolina: torno subito - e partм coll'attuaro.

Il cavaliere F... era seduto al camino nella solita sala del Ridotto; mosse incontro al Suardi, quando questi entrт in compagnia dell'attuaro, se lo fece sedere vicino e:

- Ella mi perdonerа, disse, se l'ho costretto a mettersi in viaggio di questa stagione.

- Non stia a darsi fastidio, signor giudice, fu anzi per me una buona occasione di scuotermi d'addosso la poltroneria.

- Quand'и cosм, tanto meglio. Intanto mi figuro che ella avrа giа indovinato il motivo per cui l'ho fatto chiamare.

- Avendo saputo che la causa del colonnello Baroggi era stata affidata a lei, cavaliere, tosto ho imaginato che la mia chiamata dipendesse da questo oggetto. Le dirт anzi, che sarei venuto a Milano anche senza essere chiamato; perchи ho pensato che avrei forse potuto gettare qualche luce in quella materia imbrogliata. Or dunque, come stanno le cose? Ho sentito dal colonnello, che il suo avvocato non gli dа troppe speranze.

- Non so che dire. Se non si sa da qual parte и saltato fuori il testamento, tanto fa che avesse continuato a dormire dove dormм per sessant'anni.

Qui il giudice diede al Suardi una di quelle occhiate che assomigliano agli specilli dell'arte chirurgica. Esso, dal marchese F... per mezzo del conte Aquila, recentissimamente aveva ricevuto una lauta caparra, in anticipazione d'un piщ lauto compenso finale; di maniera che le bilancie della Giustizia nelle sue mani eran ridotte alla condizione di un orologio le cui sfere si menano a dito, a seconda dell'ora che meglio si desidera. Ma contuttociт, siccome era stato criminalista e aveva sortito dalla natura la smania dell'indagine legale, e aveva sempre riposta tutta la sua compiacenza nell'abilitа di far cantare un delinquente; cosм e per impulso naturale e per abitudine di mestiere, sentм la tentazione di gettare un laccio al vecchio Galantino. Ma siccome le trappole anche meglio dissimulate sono viste alla lontana e scansate dai topi veterani, cosм il Galantino, ridendo fra sи e delle parole e dell'occhiata del giudice:

-
Eh... pur troppo, rispose, sono anch'io del suo parere, signor cavaliere, e mi rincresce pel colonnello che ho visto nascere e a cui voglio bene; il quale, benchи siasi imparentato con una delle piщ nobili famiglie di Milano, il fumo non gli ha lasciato mai veder l'arrosto, perchи quello scavezzacollo di suo suocero ha portato via tutto ed ha mangiato tutto. Ma capisco anch'io che tutti i buontemponi, che si divertono alle spalle del prossimo, potrebbero tutti i giorni inventare dei testamenti, cosм a titolo di passatempo, mettere la confusione nei tribunali e la disperazione nelle famiglie.

- In questo caso perт dovrebbero essere stati i buontemponi di sessant'anni fa.

E il giudice scandagliт ancora acutissimamente il Galantino.

- Questo io non lo posso sapere. Bisognerebbe che, al pari del signor giudice, avessi potuto vedere il testamento. La carta, il carattere, l'inchiostro... che so io... Io ho delle scritture di quaranta, di cinquant'anni fa, che nessuno direbbe essere di quest'anno. Una tale diversitа, secondo me, dovrebbe giа costituire un indizio...

- Come fa ella a dir questo?

- Io sto alle parole del signor giudice; per qual cosa ella ha parlato dei buontemponi di sessant'anni fa?

- Cosм per modo di dire...

Qui il Galantino diede al giudice una di quelle sue occhiate oblique, saettanti, lunghe. Parve, per un momento, che si fossero scambiate le parti.

Il
cavaliere F... taceva.

- Ora, se и lecito, continuava il Galantino, domanderei a che oggetto ella mi ha fatto venire a Milano?

- Per sentire da lei tutto quello che potrebbe sapere in proposito.

- Ciт che so io и ciт che dovrebbero sapere tutti quelli che possono vantare una fede di battesimo al pari della mia...

- Ella perт...

- Continui pure; cavaliere, e non abbia paura d'offendermi. Sм... io ebbi piщ volte dei replicati incomodi per questo malaugurato testamento... e parrebbe di dovere ch'io dovessi saperne piщ di tutti... ma in conclusione, io non posso dir altro se non che i giudici e avvocati e criminalisti sono come i medici, i quali in presenza di certe malattie, si trovano imbrogliati al pari di qualunque idiota.

- Come sarebbe a dire?....

- Mi perdoni, signor giudice; ma che in sessant'anni non si abbia mai potuto scoprirne nulla... и cosa che fa senso... per cui devo dire che quell'avvocato e quel giudice, il quale in tale occasione arrivasse a coglierne qualche filo, meriterebbe un posto d'onore vicino a quel professore di Pavia che ha inventato la pila.

- Non occorre che sia nи giudice nи avvocato... Ella che fu contemporaneo alla scomparsa inesplicabile di quel testamento, ella solo potrebbe avere i mezzi di acquistare tanta gloria.

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