Thursday, October 23, 2008

1780604

- Sarа bene



- Sarа bene che tu abbia ragione... ma se non io, c'и la piazza di San Marco di Venezia che ti dа torto da quasi tre secoli, e c'и la piazza di San Pietro a Roma che te lo dа da cento anni.

- Domando mille perdoni, ma la piazza di San Marco и sempre lа invece e a darmi ragione; in quanto poi a quella di S. Pietro, son ben contento ch'essa mi dia torto. Essa и l'opera piщ assurda del Bernini; basti il dire che, passeggiando sotto i portici, ad ogni momento fugge di vista il tempio per cui la piazza fu fatta.

- Lascia da parte la forma ellittica, ed и subito tolta l'assurditа.

- Sм... in quanto alla vista del tempio; ma resterebbe perт sempre, invece d'una piazza, un gran cortile quadrato, che puт parere anche un cimitero.

- Torno a rammentarti la piazza di San Marco.

- Bisogna distinguere, caro mio.

- Distinguiamo pure. Non ho niente in contrario.

- Dunque и da considerare che, quando si dice piazza di San Marco, l'imaginazione corre subito al suo quadro totale; vale a dire all'unione della piazza colla piazzetta, la quale, siamo sinceri, и quella poi che fa le spese di tutto.

- Come fa le spese di tutto?

- Sм, perchи se non ci fosse la piazzetta, ti regalo la piazza, che per me и davvero un cortile, grandioso, vasto, splendido, ornatissimo, ma sempre un cortile, e guai, dico, se non ci fosse la piazzetta a darci vita.

- Ma che cosa ci vuole per te, affinchи una piazza debba essere una piazza?

- Prima di tutto che non sia chiusa, vale a dire, che manifestamente presenti gli sfogatoj e gli sbocchi alle altre parti della cittа; in secondo luogo che offra la maggior varietа possibile tanto negli stili, quanto nelle elevazioni, quanto nell'indole degli edifizj ond'и determinata.

- La confusione di Babele, in una parola; va benissimo.

- Mi pare, caro mio, che tu prenda la piega di spropositare.

- Bada che ho viaggiato, e ho buona memoria, e ho tutte le piazze d'Italia in testa e ho sempre avuto una certa inclinazione per l'architettura.

- E nemmeno io posso dire d'esser sempre rimasto a Milano, e se ti cito San Pietro e San Marco, vuol dire che li ho visti; in quanto poi al resto, se tu sei amico dell'architettura, me ne congratulo tanto; ma anch'io schicchero, cosм per passare questi giorni lunghi, qualche quadruccio di prospettiva sotto la direzione del Bibiena, che ha ingegno da vendere e fantasia da regalare al tuo Cantoni. Tutta la sua disgrazia sta che la moda or pare che abbia preso di mira il suo genere; e la peggior disdetta и che la moda non si fermi alle parrucche, ai topи, ai puff, ma pretenda di sedere in cattedra a dar le leggi dell'arte.

- Ma a che cosa vuoi riuscire con tutte queste?...

- A ciт, che non basta nи l'aver viaggiato nи l'aver studiato, ma bisogna avere quel che si chiama buon occhio, buon gusto e criterio.

- E tu sei cosм riccamente provveduto di queste tre cose, che per gli altri non и rimasto indietro nulla. Anche questo vuoi dire?

- Non pretendo tanto; ma mi viene bensм qualche assalto di superbia quando mi trovo in faccia ad uno il quale mi dice che la varietа ha per conseguenza la confusione; e che ignora quel gran principio dell'arte vera, e quel segreto con cui il genio, e senza incomodare il genio, anche l'ingegno riesce a colpire di meraviglia gli osservatori; ed и quello appunto di saper far sм che l'unitа trionfi nella varietа, - questo и il problema da sciogliere.

- Ma spiegati meglio.

- Mi spiego subito... e mi spiego pigliando per punto di appoggio precisamente la piazzetta di San Marco. Perchи tutti i forestieri d'ogni paese, d'ogni generazione, d'ogni levatura, sono costretti a confessare che in quell'aggregato d'edifizj и il trionfo dell'architettura, e che forse in nessuna parte del mondo puт trovarsi una scena piщ maravigliosa di quella che si presenta a chi approda sulla scalea del molo della piazzetta di san Marco? perchи appunto trova l'unitа nella varietа. A destra il palazzo Ducale del Calendario; vicino ad esso le prigioni del Da Ponte, dirimpetto l'edificio della libreria del Sansovino; vicino a questo il palazzo degli ufficj. E se dal primo, dirт cosм, sipario, si spinge l'occhio oltre le colonne di Todero e del Leone, ecco la basilica di San Marco a dritta colle sue cupole bisantine, ecco la torre dell'orologio di fronte e un brano delle Procuratie nuove de' Lombardi. Nientemeno che sette edifizj, sette stili, sette varie altezze, e una schiera d'architetti di tempi diversi e di diverse scuole che vi portarono il vario contributo della loro ricca fantasia. Ora, se invece di tutte queste cose non si vedesse che un portico lungo ed ampio a tiro d'occhio, lo spettatore sarebbe giа addormentato prima di avere il tempo d'andar in entusiasmo.

- Lo credi tu?

- Lo credo perchи ciт mi accadde precisamente a Roma, stando sulla piazza di San Pietro.

- Ora sentiamo che cosa faresti tu se la cassa pubblica avesse il ghiribizzo di vuotarsi tutta per il piacere di nominarti architetto della gran piazza del Duomo; perchи bada che questa piazza, per esser degna del tempio, bisogna che giri un'area immensa, e che perт dovrebbe andar giщ tutto il Coperchio de' Figini, tutta quest'isola del Rebecchino; e si dovrebbe lavorar di martello fino alla Dogana, demolire il corpo delle case che dividono la piazza de' Mercanti da quella del Duomo.

- Se questo fosse, tanto andrebbe per la piazza a portici uniformi, come per la piazza a varietа d'edifici. Ma non и cosм, caro mio, ed и precisamente coll'idea del variare stili e altezze e indole d'edifici, e col gran segreto dei giuochi prospettici che non и necessaria tant'area; perchи coll'artistica illusione della varietа, l'occhio crede sempre di girare uno spazio infinitamente maggiore del vero. Che se fosse indispensabile quello che tu dici, il miglior architetto della piazza del Duomo sarebbe il parco d'artiglieria del re di Prussia.

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