Thursday, October 23, 2008

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Il vicerи poteva

Il vicerи poteva essere cagione che la ricchezza giа considerevole dell'avvocato Falchi crescesse a dismisura. Per suo mezzo infatti, nella compra e vendita di beni nazionali, nel giro delle carte pubbliche, negli appalti, l'amicizia del vicerи equivalse ad una lauta ereditа.

Il Falchi era un po' geloso di sua moglie; specialmente se i giovinotti, per cui ella poteva avere qualche debolezza, non presentavano alcuna speranza di speculazione, nи assomigliavano a carte di rendita, nи a beni demaniali. Perт, quando si accorse che le maritali corna potevano fruttare qualche migliajo di pertiche di prati irrigatorj, egli tosto offerse il fenomeno di un amore eccezionale, di un amore cioи che cresce col cessare della gelosia. Lasciт pertanto andare, chiuse un occhio, anzi tutti e due, e solo si accinse a cavare il maggior profitto possibile da quella nuova posizione. Tutto questo in quanto ai conjugi; in quanto al vicerи и facile comprendere com'egli non desse nessuna importanza a quella relazione, come per conseguenza, placato il capriccio e satollato a piena gola, sentisse tedio di quella vivanda piщ nutriente che pruriginosa. La Falchi, insieme al pensiero dell'utile che potea ritrarre dai rapporti col vicerи, si sentiva anche lusingata dalla vanitа. Ella non aveva avuta nessuna educazione squisita, e la sua stoffa morale era volgarissima; simili nature sentono la vanitа piщ di tutte; a lei pareva di essere la viceregina. Benchи tanto astuta e perversa, convien confessare che in ciт era stolida la sua parte. Pavoneggiandosi dunque come se fosse una viceregina, non pensava a quel che era davvero, a quel che si diceva di lei, alla trista figura che faceva il suo signor marito. Una donna volgare amoreggiata da un alto personaggio, da un vicerи, da un imperatore, al giudizio degli uomini onesti appar piщ triviale e disonorata che se fosse amoreggiata da tutt'altra persona.

La grandezza in questo caso e la possanza, invece di dar la luce, ottenebrano e corrompono. La ragione и che la donna non sembra attirata che dall'interesse; la ragione и che l'amore pare una cosa imposta come un tributo, come una tassa. Il sentimento reciproco, che spesso comanda l'indulgenza anche sui trascorsi e sulle colpe, in questi casi non и nemmeno sottinteso, pur se fosse vero.

Tornando a Beauharnais, sebbene colle donne fosse ognora gentile e cortese fin a toccare le linee barocche del Galateo, avvenne che arrivт il tempo che non potи piщ nascondere il senso d'uggia e di noia che gli destava la presenza dell'avvocatessa Falchi. Com'и naturale, ella se ne accorse, e fremette. Diciamo fremette, perch'ella non era capace di altra sensazione; non fu abbattimento il suo, nи dolore; non sentм che quell'ira, la quale и capace di ulcerare e tormentare come la pece greca.

Non sappiamo in che dramma Metastasio abbia detto che:



.......L'offensore oblia

E non l'offeso il ricevuto oltraggio.



Questo и sм vero, che il vicerи, il quale in cinque anni ebbe tante volte a lasciar Milano, dovette combattere in tante battaglie, adempire a tanti mandati dell'imperatore, si dimenticт quasi affatto della signora Falchi, anche perchи la combinazione volle che non si avessero mai a vedere. Ma se il vicerи che, per certi principj strani di diritto privato, era l'offensore, si dimenticт di tutto, non se ne dimenticт l'avvocatessa. И certo che non dimagrт, anzi ingrassт vistosamente; и certo che continuт a godere giocondamente il bel mondo e il bel tempo e le ricchezze che crescevano in proporzione geometrica; ma и certo altresм che, se anche in mezzo alla gioja convivale, se anche nell'ebbra vivacitа provocata dal Gattinara, per cui, da vera laghista, ella aveva una passione dichiarata, un discorso fortuito le richiamasse in memoria quel fatto, ella sentiva ancora fitto in gola quell'osso, che non voleva andar giщ, per quanto Lieo ci versasse sopra.





IV



Uditi gli scalpori della Falchi per quella fortuita omissione del duca Litta, il ministro Prina, che stava una sera giuocando all'ombretta spagnuola coll'avvocato:

- La si tranquillizzi, signora Teresa, diss'egli, cosм tra il buffo e il serio; il signor duca la inviterа. La caccia deve essere dopodomani; dunque a quest'ora tutti gl'inviti non possono esser fuori. Che, se mai fosse stata dimenticata, giа ella sa che chi manda fuori gl'inviti и il maggiordomo della casa, il quale и un balordo, e si regola cosм a vista di naso, e puт benissimo essersene dimenticato. Il maggiordomo ha passato i sessantacinque anni; ha altro per la testa che le belle donne della cittа (il ministro calcт su questa frase, perchи, ridendo fra sи stesso, sapeva che quello era il lato da solleticare per far cessare il temporale). Ma in ogni modo, signora Teresa, faccia conto di essere bell'e invitata. Prima di andare a letto devo passare dal duca, e tutto anderа a suo posto.

- Ma che il signor duca non creda poi che io faccia impegni...

- Il duca non crederа niente... lasci fare a me, signora Teresa, e cessi di riscaldarsi.

- E non vorrei che quelle smorfiose dei quattro quarti venissero a sapere...

- Ma, e che vuol mai, che si venga a sapere?... Cara la mia signora, m'accorgo in conclusione che ha ragione Andrea, il cameriere, quando dice che la signora padrona ha buon tempo...

- Come, come, il cameriere ha avuto coraggio?... Ma io lo scaccerт su due piedi.

- La
signora Teresa non verrebbe con ciт che a dare ragione a quel buon diavolo di Andrea, il quale disse per giunta che tutte le belle donne dal piщ al meno hanno un poco del matto e che chi le rovina sono i cicisbei che lor dаnno l'incenso.

L'avvocatessa Falchi si placт di colpo; il ministro partм, passт al duca Litta, il quale, essendo buonissimo e non dando molta importanza a cosa nessuna, accontentт i desiderj e dell'amico e dell'avvocatessa.

Sorse il giorno della caccia: al mattino di quel giorno, dal palazzo di corte, da quasi tutti i palazzi della cittа uscivano le carrozze col tiro a sei, col tiro a quattro, col tiro a due; uscivano a cavallo i giovinotti ufficiali e non ufficiali, in costumi strani, cosidetti alla cacciatora, come allora portava il Corriere delle Dame del Lattanzi; il poeta Monti sorse anch'egli mattutino, e venne a pigliarlo la carrozza del conte Paradisi; il Foscolo, che allora corteggiava la contessa A.

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