- Non so | |
- Non so comprendere dove tu trovi sм grande facilitа? - Passano anni, caro mio, e corrono centinaja di processi prima che si presenti il caso in cui abbia piщ desiderio il giudice d'aprir le porte al prigioniero che quasi al prigioniero di uscire; e quel ch'и piщ raro ancora, che il giudice sia tanto convinto dell'innocenza del costituito, al punto d'indispettirsi che questi mantenga un silenzio che и a suo danno. - Questo lo so anch'io, ma che mi fa a me? - И assai facile, caro mio, dare a credere al giudice quello che il giudice stesso pagherebbe qualche cosa per dar ad intendere agli altri. - E che ho io da fargli credere? - Che sia probabile, e, sopratutto, che sia verisimile quel che a tutta prima pare stranissimo e appena possibile. Fin adesso il tenore si и sempre ostinato ad un sol punto di difesa, non и vero? onde avrebbe sempre ripetuto, che passeggiando dopo il teatro e vedendo quel bel giardino di casa V..., non volendo perdere l'occasione di godersi tra quelle alte piante un chiaro di luna de' piщ limpidi, gli venne il ghiribizzo di fare un salto e di passeggiare in giardino. - Ma chi puт prestar fede a una tale bizzarria? - Non и detto che una cosa bizzarra non sia una cosa vera. Qui sta il punto... Quante volte и capitato a me, quante volte sarа capitato a te, in villa, di saltare un fosso per entrare in un parco altrui, onde guardare cosa c'era di bello e di nuovo. - Chi non lo sa che un tal ghiribizzo puт capitare a chicchessia? ma in villa, ma di giorno; non in una cittа, non di notte, non nel mese di febbrajo. - Sia qual tu vuoi, ma tu devi piantarti qui e addurre l'esempio di fatti consimili; poi c'и a tener conto della professione di cantante, la quale dа il diritto ad esser piщ matti degli altri. E poi c'и la vita passata del tenore, tutta senza rimproveri, per il caso ond'и imputato, almeno; poi c'и la sua agiatezza e i pingui quartali che vorremmo aver noi giovinotti di famiglia, che abbiamo i berilli sul borsellino, ma di dentro c'и poco o nulla, perchи i nostri buoni padri ci voglion troppo bene... non и egli vero, Benedetto mio caro? - E poi c'и la sua condizione di forastiero, e d'uomo che non и mai stato in Milano, e che per conseguenza non deve conoscer la pianta delle case, al punto da passeggiarci dentro e passar per le fessure come un topo domestico; e qui non sarа male il mettere un po' di ridicolo che faccia rilasciare i muscoli troppo tesi dei magnifici signori senatori. Alle volte val piщ un epigramma ben scagliato e a tempo, che tutte e tre le parti d'un'orazione ciceroniana... E poi giа, non mi pare che si vorrа star tanto sodi sulle formalitа; quante volte elle si dimenticano per peggiorare la condizione d'un galantuomo... A fortiori le si dovranno dunque dimenticare anche per lasciar respirare libero un galantuomo... Ma, per di piщ, c'и il fatto che il tenore и aspettato a Venezia; e i patrizj veneziani, che amano tanto la musica, faranno uno scalpore del diavolo perchи al tenore sia data facoltа di cantare a San Moisи... e c'и di meglio che il tenore и al servizio di sua maestа il re di Spagna, e io so che si и giа scritto al re con tutte le circostanze mitiganti... e il re scriverа... e l'imperatrice ne parlerа al ministro di Vienna... il quale scriverа al plenipotenziario di qui... e... e poi bisognerebbe aver coraggio, nominar la contessa e tagliar corto e aprir la breccia; e giacchи si и giа usciti dalla giustizia per riguardo di lei, ed essi lo sanno, quantunque non vorrebbero farlo sapere all'aria, cosм fulminarli con un quousque tandem che non manca mai di fare il suo effetto, un quousque tandem perт, intendiamoci bene, condito con attestazioni di gran rispetto, e fiancheggiato di magnificentissimi e di eccellentissimi, tu mi comprendi. - Io ti capisco benissimo; ma in quanto alla contessa; nemmen per ischerzo и a consigliarmi di gettar lа qualche cosa sul conto suo. Tu sai che mio padre... - Ah questi padri, questi padri benedetti, che pretendono di pigliar sempre per l'orecchio i figliuoli, anche quando i figliuoli ci vedon piщ di loro. E il giovane Verri si fece serio e tacque, per un momento, poi aggiunse: - Basta, io son certo che la tua riuscirа una bellissima difesa e che la spunterai, perchи ti proteggono il re di Spagna, i patrizj musicanti di Venezia, e il desiderio de' giudici, i quali imiteranno quelle dame, che nel loro interno sono felicissime di aver avuto la sventura d'essere state sorprese da un zerbinotto intraprendente e sfacciato. - Ma io sм che tengo i piedi in un pantano, da cui sarа difficile uscir netti, perchи se rispetto la veritа e la giustizia e la coscienza, son sassate che vanno a cadere sull'invetriate dell'aula dei magnificentissimi senatori; e se mi propongo di lavorar di scherma soltanto per far sentire il suono del fioretto, ma senza ferire, io avrei vergogna di me stesso, e allora sarebbe meglio lasciar la difesa a un altro. - Ed io ne' tuoi panni farei questo precisamente. - Bel consiglio! - И il migliore... - E lasciar in balia di qualche scimunito la ragione di quel povero diavolo di Lorenzo Bruni, che ti so dire essere un uomo di proposito e di pensamenti generosi tutt'altro che vulgari! Eppure non и che un povero suonatore di violino; ma quando questo и sano (e picchiava colla punta del dito sulla fronte), e la ragion naturale puт andar dritta per la sua strada senz'essere trattenuta, contrastata, deviata dai pregiudizj, oh che sapienza и l'ignoranza!... - Ma e che dunque ti proporresti di fare? - Nient'altro che mettere la mia coscienza nel vuoto pneumatico, e liberarla da tutta quella pesantezza che le potrebbe derivare dai rispetti umani, e allora. |
Thursday, October 23, 2008
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